La vita di Torricelli

Da “storia della scienza” diretta da Paolo Rossi, Torricelli Evangelista (Faenza 1608-Firenze 1647) matematico e fisico italiano.Studiò a Faenza presso il collegio dei gesuiti e quindi a Roma,dove seguì i corsi di Benedetto Castelli, allievo di Galileo.

Nell’ottobre 1641, su interessamento di Castelli, il quale aveva presentato a Galileo il trattato torricelliano De motu gravium naturaliter descentium et proiectorum, venne ad Arcetri per assistere come segretario il vecchio e cieco Galileo, il quale però poco dopo si spegneva (8 gennaio 1642).Torricelli rimase quindi a Firenze, dove fu nominato matematico e filosofo del granduca; per lui venne rinnovata la lettura di matematiche nello studio fiorentino e, successivamente, gli fu affidata la lettura di fortificazioni militari presso l’Accademia del disegno.

L’unico lavoro che pubblicò mentre era in vita è l’ Opera geometrica (1644), in cui inserì il precedente De motu; altri suoi scritti rimasero a lungo inediti. Torricelli occupa un posto di grande rilievo nella storia dello sviluppo del calcolo infinitesimale per le sue fondamentali ricerche geometriche, nello svolgimento delle quali applicò il metodo degli indivisibili di Cavalieri. Tale metodo viene applicato anche nel calcolo del volume del suo solido iperbolico “acutissimo”, mediante gli indivisibili curvi, “che nelle figure piane sono le periferie dei circoli, e nelle figure solide, sono superfici sferiche, cilindriche e coniche”.

Mediante essi, Torricelli dimostra che “il solido acuto iperbolico infinitamente lungo, tagliato con un piano perpendicolare all’asse, insieme con il cilindro della sua base, è uguale ad un cilindro retto, la cui base sia il lato verso, ovvero l’asse della iperbola, e la cui altezza sia equale al semidiametro della base del solido acuto”. Il che, in termini moderni, significa un primo esempio di calcolo di un integrale improprio.

Nell’appendice del suo libro, Torricelli, trattando le proprietà della cicloide, dimostra che l’area sottesa dall’arco, generato da un punto di una circonferenza che ruota senza strisciare lungo una retta, è tre volte quella del cerchio contenuto nella circonferenza stessa. Torricelli lascia innumerevoli manoscritti, tra questi risultano gli studi sulle tangenti e la quadratura delle infinite parabole e delle infinite spirali, oltre che la regola per la determinazione del baricentro di una figura qualunque (purché dotata di asse).

Questi manoscritti circolarono ampiamente tra i matematici, come per esempio l’inglese Wallis, diffondendo il metodo degli indivisibili di Cavalieri che Torricelli applicò con successo a problemi di quadratura e cubatura. La morte contemporanea di Torricelli e di Cavalieri segna la fine della grande stagione della geometria italiana apertasi con il Rinascimento e largamente influenzata dalla figura di Galileo.



   


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