La morte di Marat è il quadro che più di ogni altro dà
immagine al dramma della Rivoluzione Francese.
Infatti rappresenta il simbolo delle Rivoluzioni Borghesi, portavoci
dell'uomo pensante, della libera espressione ancorata e ostacolata dagli
schemi sociali.
Mette in evidenza la coscienza collettiva che si stacca dall'elemento
religioso. L'uomo difende i valori per sè stesso, per le proprie
esigenze e bisogni, e non perché dettato dall'alto; si allontana
dunque dallo schema gerarchico e piramidale che rappresentava un percorso
duale per giungere a quell'essere eterno come fine o scopo di sè
stesso.

L'uomo
politico fu assassinato nel 1793 da Carlotta Corday metre era immerso
in una vasca con acqua calda in cui trascorreva la maggior parte del
tempo per cercare di curare delle infezioni cutanee. David, che era
l'amico di Marat, ricordò la sua morte con un quadro che divenne
immediatamente famoso. L'artista voleva esaltare le virtù eroiche
di Marat e, nel contempo, rendere emozianante e densa di significato
politico la sua morte.
Scelse così, come "momento pregnante", non il momento
in cui è stato assassinato ma il momento successivo, in cui il
corpo inanimato ci mostra tutta la cruda realtà della morte.
Nel dipinto il corpo di Marat appare dolcemente adagiato. Uno sfondo
scuro contrasta la luminosità del corpo che appare dorato. Il
tavolino, su cui scriveva, ora funge da lapide come si comprende dalla
dedica che David decise di incidere. Il coltello lasciato a terra, ma
anche la ferita sul petto, trasmettono l'impressione che l'omicidio
sia stato appena compiuto; tutto l'apparato scenico comunica un apparente
senso
di tranquillità
dopo il tragico gesto della donna. Gli oggetti, utilizzati precedentemente,
appaiono ormai abbandonati e immobili nonostante Marat dimostri di possedere
ancora un po' di forza che gli consente di tenere in mano la piuma d'oca
e il foglio. Nel suo estremo realismo il dipinto dimostra la sua funzione
propagandistica indicandoci in Marat il simbolo della nuova umanità
affermata dai valori della Rivoluzione Francese.
Si tratta di un martire vissuto in un periodo storico particolare, ricco
di controversie. Simboleggia dunque l'innocenza di un uomo che molto
probabilmente ha cercato di esprimere i suoi pensieri, messi a tacere
da persone più importanti, dagli aristocratici. E lo capiamo
proprio dal fatto che Marat faceva parte della piccola borghesia. Trasmette
l'impossibilità di esprimere le proprie idee all'interno di una
società chiusa. Il sacrificio della vita di un uomo che ha provato
a lasciare tracce di sè in un momento così difficile in
cui regnava la sopraffazione dei potenti sui "diversi". La
lettura del dipinto ha un suo significato e messaggio se osservato dall'alto
verso il basso. La parte superiore appare non definita come se volesse
esprimere un messaggio misterioso sull'accaduto. Comunque dà
un senso di inconsapevolezza, di dubbio, del nulla....
Non importa quale sia la faccia dell'omicida, tutto si concentra sull'innocenza
della vittima. Al centro, orizzontalmente, appare il soggetto completamente
illuminato dalla luce; l'illuminazione divina, di tipo caravaggesco,
mette in risalto la tranquillità ma nello stesso tempo il dolore.
Si conclude la lettura in basso a destra. La forma rettangolare della
cassa, la sua sobrietà e la sua forma pura, sembrano fungere
da elemento di chiusura, sugello e lapide della morte ma inizio di una
nuova era.
Tutto il quadro ispira un silenzio che non può essere rotto in
alcun modo. Esso rimane come la testimonianza più lucida e commovente
di quel periodo del Terrore che avrebbe portato al sacrificio di vite
umane.
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